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La Regione non si confronta con gli infermieri

Ci risiamo con quella che ai nostri politici appare la soluzione più facile per risparmiare in sanità: chiudere i piccoli ospedali.

Ci risiamo perché a partire dagli anni ’80 la stessa soluzione è stata portata come scusa per risparmiare e siamo passati da oltre 91 Ospedali dell’inizio degli anni ’70 alle 39 Strutture Ospedaliere di oggi.

Certo, alcune di quelle 91 strutture forse andavano davvero chiuse…ma perché siamo ancora qua a parlare di chiudere altri ospedali e imporre nuove tasse perché la spesa sanitaria non si riesce a tenere sotto controllo?

In questi giorni stiamo assistendo a pronto soccorso invasi da cittadini malati in attesa di un posto letto.
Chissà perché!
Nel 1995 la Toscana aveva ( tra Pubblico e Privato Accreditato) 6 posti letto ogni 1000 abitanti.
Oggi siamo passati a 3,2 posti letto per 1000 abitanti (peggiore del parametro nazionale che è di 3,7)
e ridotta quindi di circa il 43% la capacità di ricovero (siamo passati da oltre 21.000 letti d’ospedale a poco più di 12.000)

A qualche amministratore è balenata l’idea che forse non siano i piccoli ospedali la causa del buco nella Sanità Toscana?

Sono stati chiusi decine di ospedali e comunque il buco c’è sempre e diventa sempre più grande.

Non è che i nostri amministratori dovrebbero guardare da un’altra parte?

Non è che gli sprechi sono, tanto per dirne una, nella moltiplicazione dei dirigenti di ogni tipo e con stipendi esorbitanti?

Non è che gli sprechi sono stati nella costruzione di strutture ospedaliere faraoniche (che hanno sostituto quei piccoli ospedali) e che magari costruiti in project financing stanno costando ancora un occhio della testa?

Non è che gli sprechi sono negli errori di programmazione della spesa farmaceutica?

O nella programmazione della spesa dei dispositivi medici di alto costo?

Non sono, gli sprechi, nel fallimento delle politiche di contenimento delle prescrizioni inutili?

Che lo spreco più grande non sia stato l’istituzione di ESTAR e le sue procedure farraginose? Con le gare espletate oggi e attuate dopo anni con i prezzi dei dispositivi che rimangono alti senza possibilità di rinegoziarli?
Con le imposizioni di acquisti a “blocco” che fanno sprecare migliaia di euro di dispositivi inutilizzati?

I presidenti, gli assessori e i direttori che si sono succeduti alla guida della Regione e del SSR, sono davvero così convinti che si debba risparmiare tagliando ancora gli ospedali?

E poi, si tagliano ancora gli ospedali senza aver creato una rete di assistenza domiciliare capace di reggere l’urto di tutti quei pazienti che già oggi non trovano e ancora di più domani non troveranno più posto in ospedale?

Ci si riempie la bocca con l’ infermieristica di famiglia, dando a bere ai cittadini che si tratta di un
nuovo servizio, quando è solo la ridenominazione (e talvolta il ridimensionamento) della già esistente e sottodimensionata Assistenza domiciliare integrata.

Per non parlare poi delle scelte riguardo al personale sanitario…e questa è un’altra storia.

IN QUESTO TRAGICO SCENARIO, IL GOVERNATORE GIANI E L’ASSESSORATO ALLA SANITA’ TOSCANA CONTINUANO A CHIUDERE LE PORTA IN FACCIA ALLE PARTI SINDACALI, INTERVENENDO CON AZIONI UNILATERALI SENZA UN CONFRONTO ATTIVO, NON ASCOLTANDO GLI ATTORI PRINCIPALI DEL SISTEMA SANITARIO REGIONALE, GLI INFERMIERI!

Quindi NO!, le soluzioni prospettate da Eugenio Giani Federico Gelli e Simone Bezzini non sono certo le migliori per garantire una sanità giusta ai cittadini toscani.